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Economia

Parte dell'Iveco se ne va: è stata venduta ai tedeschi

L'annuncio da parte della stessa azienda

Un affare milionario che interessa più di 1.300 lavoratori in Italia e in Europa, circa 200 solo a Brescia (di cui 180 dipendenti diretti): come da rumors che si reiteravano da tempo, sulla vendita del marchio, nella giornata di mercoledì Iveco Group e Mutares SE&Co. Kgaa, una holding di investimento, hanno raggiunto un accordo vincolante per il trasferimento della proprietà di Magirus GmbH e delle sue controllate operanti nel settore del firefighting (spegnimento incendi). Lo ha reso noto lo stesso Iveco Group in una nota.

“Si prevede che l'operazione sia completata entro gennaio 2025 – si legge –, un lasso di tempo che consentirà una transizione ordinata, nell'interesse di tutte le parti coinvolte. Magirus uscirà dal perimetro di Iveco Group e proseguirà in piena autonomia: nella sua nuova configurazione, sarà più flessibile e agile nel cogliere le opportunità di business. Si apre così un nuovo capitolo nella lunga storia del marchio, che potrà competere in modo ancora più efficace nel suo mercato di riferimento”.

Il marchio Magirus

Magirus è considerata, a livello internazionale, uno dei più grandi e avanzati fornitori di tecnologia di protezione antincendio ed eventi naturali: il brand è operativo dal 1864 e in oltre un secolo e mezzo di attività ha servito vigili del fuoco e corpi speciali in tutto il mondo. Ad oggi Magirus conta più di 1.300 dipendenti distribuiti in filiali e stabilimenti in Germania, Italia, Francia e Austria. Ora il passo verso Mutares, holding tedesca di private equity (quotata in Borsa) con quartier generale a Monaco e uffici ad Amsterdam, Francoforte, Helsinki, Londra, Madrid, Milano, Parigi, Shanghai, Stoccolma, Vienna e Varsavia: è specializzata “nella valorizzazione di imprese di media dimensione con significativo potenziale di sviluppo operativo”.

Il dado è tratto, sindacati e lavoratori in allerta: in una nota congiunta, Fiom Cgil, Film Cislm, Fismis, Uilm Uil e Uglm esprimono “grande preoccupazione” per la cessione. È già stato richiesto un tavolo urgente con il ministero, coinvolgendo tutte le parti in causa (aziende e lavoratori).

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